Acerenza come residenza artistica

Acerenza fu cantata da Orazio come nido d’aquila. L’aquila è icona della potenza e della leggerezza. Nella tradizione cristiana le ali dell’aquila sono immagine della potenza (Ap12,14) e dell’amore (Es 19,4) di Dio. Come l’aquila volteggia sul nido per alimentare i piccoli e stimolarli a rinvigorire le ali perché presto siano pronti a spiccare il volo allo stesso modo Dio educa il suo popolo come figli.  Il criterio del prendersi cura è espresso dalla Cattedrale, che come la chioccia i pulcini (Lc 13,34), raccoglie intorno a sé le umili case, focolari sacri alla famiglia,.

La struttura del borgo esprime bellezza e sacralità, impregnando di senso ogni forma d’arte che nel tempo è stata prodotta ed ogni autentica espressione umana, a testimoniare il cammino di Dio sui sentieri dell’uomo nella storia.

Questo patrimonio che combina in modo armonioso il peso della pietra e la leggerezza della spiritualità (Italo Calvino) non può essere congelato in un freezer per evitare l’innesco di processi di decomposizione. Si tratta dello spiritus loci dei latini; è ἄνεμος, il soffio dei greci che si rappresentavano la cultura come il respiro dell’universo degli umani.

Acerenza quindi come residenza artistica, pensata e realizzata all’ombra di una cattedrale millenaria, si organizza come un laboratorio creativo dello Spirito che è eterno ma sempre nuovo (Ap 21,5) e rilancia la prassi del prendersi cura come modello di maturità ntellettuaile e culturale in coerenza con il dossier Matera 2019.

Questa prassi recupera la visione gramsciana per cui si autentica come cultura non quella delle biblioteche e dell’élite che le frequentano ma quella che respiriamo a pieni polmoni nei nostri borghi appollaiati sull’Appennino lucano, dove la bellezza come meta (τέλος), fondamento dell’etica (Kant) diventa la più significativa icona di una residenza artistica.

Già nella seconda metà del secolo scorso si raccoglievano giovani pittori lucani intorno alla figura carismatica del Maestro Aurelio Lamiranda per sperimentare, con forte valenza iniziatica, nei vicoli e nelle piazzette del centro storico di Acerenza il calore dei focolari e i colori della tradizione contadina attraverso l’esperienza eminentemente dialogica e reciprocamente contagiosa della pittura estemporanea di gruppo.

L’associazione “Territorio e Uomo” coinvolge le istituzioni pubbliche, gli imprenditori e le associazioni di volontariato dove nel frattempo è giunta a maturità l’idea del Lamiranda avendo oggi a disposizione

  • il museo diocesano (luogo della sacralità, dell’identità e della memoria);
  • il caffè letterario di Telemaco Edizioni-Acerenza (luogo privilegiato del dialogo, della riflessione;
  • Carovanart (associazione degli artisti lucani itineranti) i pellegrini della bellezza sui cammini, e sui tratturi lucani.

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