Presentazione della Seconda edizione di “Suggestioni Neoteniche in un Borgo Medioevale” di Angelo Schiavone

 

Neotenici per passione

Confesso che quando ho ricevuto questo libro sono rimasto spiazzato. Ha un formato inconsueto; l’immagine di copertina è qualcosa di ignoto e familiare al contempo; il titolo è di quelli macchinosi. Una cosa è chiara: il borgo medievale di cui si parla è Acerenza, la nostra millenaria Acerenza che zampilla dalle pagine di Orazio e Procopio, il paese che il visitatore scorge da lontano come un bianco scalpello intento a scalfire il cielo. Mi unisce all’autore la passione per questo luogo, con una differenza: io ci sono nato, mentre lui si è solo innamorato. Sono due situazioni ben diverse, e tuttavia non vale cantare vittoria: chi s’innamora di un luogo, molto spesso lo adora più di chi ci è nato (altrimenti che infatuazione sarebbe?). Provate infatti a chiedere in una qualunque cittadina italiana un’informazione a un residente: non saprà aiutarvi, per la semplice ragione che un abitante conosce peggio la città di chi la studia con passione.

Ecco: tutti ci siamo accorti che nella cripta della cattedrale acheruntina, alla base delle quattro colonne che sorreggono la volta, spuntano piccole teste di animali. Ma pochi hanno notato che, girandoci attorno, quelle teste subiscono una progressiva metamorfosi e, da cranio animale, diventano testa di bambino. Onestamente, io l’ho appreso da questo libro, che fin dalle prime righe svela il senso di quelle «suggestioni neoteniche» cui il titolo allude. Anche se poi, leggendo questa ignota parola, ho avvertito un certo disagio e ho dovuto cercarla nel dizionario: «neotenia» è il fenomeno per cui negli individui adulti di una certa specie animale permangono le caratteristiche morfologiche delle forme giovanili.

L’autore spiega tutto fin dall’inizio, però la prima impressione è che il libro sia di quelli difficili, esigenti, come se ci trovassimo davanti all’Accademia platonica di Atene e leggessimo la scritta incisa all’ingresso: «Non entri chi non è geometra», chi insomma non è dotato di solide basi culturali. Se non fosse che accade qualcosa di singolare: una volta varcata la soglia ci sentiamo subito a casa nostra, l’incedere è agile, lo stile divulgativo. Il primo capitolo scivola lesto verso l’intuizione conclusiva: l’ideatore della cripta acheruntina fu quasi certamente un intelletto dotato di grande immaginazione, qualità dei bambini che guida più speditamente alla comprensione del creato, forse anche alla cognizione del Creatore.

E non finiscono qui le sorprese, perché giunti al termine del primo capitolo ci accorgiamo che i seguenti sono altrettanti interludi nei quali l’autore esamina quelle curiosità di cui non è consapevole chi, appunto, risiede in un luogo. Schiavone invece, che all’amore per Acerenza associa un ingegno acuto, rintraccia particolari che vale la pena conoscere: le emozioni del volto narrate in un’operetta di Giuliano l’Apostata (di cui Acerenza si vanta di possedere un busto: ma è proprio lui?…); la sirena a doppia coda che si mostra sul portone della cattedrale; i mascheroni della cripta; un culto praticato in una grotta; un trascurato stemma che occhieggia a porta San Canio; il quadrante di un insolito orologio incastonato nella torretta del castello; il nibbio che accoglie col quieto volo del rapace chi visita Acerenza e infine il motivo del «camminare» suggerito dal vasto deambulatorio della cattedrale.

Insomma, un’opera in cui l’autore ha scelto di accendere non una, ma molte luci su minime realtà che sfuggono all’attenzione dello sguardo quotidiano. Queste pagine sono dunque una lettura assai utile per l’acheruntino, ma lo sono in ugual misura per la persona curiosa dei fatti storici e, genericamente, culturali. Ho sempre pensato che questo requisito – la curiosità – sia il miglior assegno pensionistico per la vecchiaia: è una passione che mantiene giovani, e anzi fa tornare bambini, in un vero processo di trasformazione per cui più diventiamo anziani e più ne vorremmo sapere.

C’è poco da fare: siamo come le testine di Acerenza. Siamo neotenici per passione.

Antonio Castronuovo

La presentazione del libro  prevista per il 24 Marzo é stata rinviata per neve.

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