“La secchia rapita” e il Mare d’Azof di Emanuele Vernavà

L’accostamento tra il traficomico della scchia rapita e la guerra in Ucraina non inganni il lettore ben formato nelle “lettere”.
Alessandro Tassoni pubblicava la“La secchia rapita” nel 1622. Protagonista è il conte di Culagna, millantatore e codardo, il ferrarese Alessandro Brusantini, nemico personale dell’Autore. Sfogliando questo libro troverete una storiella molto intrigante che risale al tempo di Federico II, con l’intervento degli dèi del vecchio regno annidato sulla cima dell’Olimpo.
La stile letterrario richiama la Batriacomiomachia attribuita ad Omero di cui troviamo riferimanti anche nella Storia Moderna del Leopardi. Qui ( sul sito Wikipedia, alla voce Batracomiomachia) si narra che “Gonfiagote, re delle rane, persuade Rubabriciole, figlio del re dei topi Rodipane, a montare sulle sue spalle per visitare il lago…”.
Gonfiagote, terrorizzato dall’arrivo di un serpente d’acqua, s’immerge facendo annegare Rubabriciole. Interviene Giove, che parteggia apertamente per le rane. La contesa attuale sul Mar Nero è però alle radici della Questione d’Oriente, che glistorici fanno partire dal 1453. Con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi evento che segna la fine dell’Impero Romano d’Oriente. “Questione d’Oriente”, che noi già troviamo nella guerra di Troia, che lo Schliemann trovò essersi svolta intorno al 1180 a.C. tra Achei e padroni del passaggio per lo “stagno”, detto il Mare nero dove si stendevano le terre di “Chernozem” – a scuola ci dicevano “cernoziem”- o“terre nere”, l’attuale Ucraina, che produceva quel grano duro che nel Regno di Napoli era conosciuto appunto cl nome di “russìa” perché l’Ucraina e la Russia erano allora la stessa regione sia fisica che politica. Noi italiani, nella storia moderna, siamo coinvolti nello scontro attuale tra Ucraina e Russia già nel 1856, quando il Cavour riuscì a mandare un contingente armato

La tempesta dei cervelli.

italiano, allora del Regno di Sardegna,
anche allora contro la Russia con la Francia, il Regno Unito, il Regno di Sardegna e l’Impero Ottomano, per il controllo dei Luoghi Santi. In realtà sempre per la stessa ragione della Guerra di Troia, quella del rifornimento di grano. Cioè di pane, che poi è sempre quello “quotidiano” che Qualcuno ci ha insegnato a chiedere al Padre, lo sconosciuto e senza nome che dà la vita a “tucte le tue creature” e che detto così sembrano solo parole di un mistico come Francesco d’Assisi, e invece esse sono la
chiave di volta dell’aiona, l’Eternità nella quale ci muoviamo. Tuttavia lasciamo perdere il mio insopprimibile bisogno di “metafisica”, che si può tranquillamente semplificare con “vivere tra le nuvole”. Ma … fate voi. Già nel 1825 Santorre di Santarosa, dai moti falliti di Genova del 1821, va in aiuto di Alessandro Ipsilanti, capo della società segreta Eteria, insieme con tanti altri europei, tra i quali George Byron. Tutti e due vi perdono la vita, Byron per malattia a Missolungi, Santorre di Santarosa nella battaglia di Navarino nell’isola di Sfacteria l’8 maggio 1825; nel 1819 vi erano morti Giuseppe Tosi di 16 anni e Carlo Serassi di 18 anni. Oggi nel duello infernale Ucraina vs Russia s’inserisce anche la bandiera che nasconde il vero motivo, quello del pane, s’inserisce l’antico tormento della fede cristiana, partito “formalmente” dal 1054 con Michele Cerulario, proseguendo per secoli tra Crociate e poi guerre di religione, come quella del 1572 nella Notte di S. Bartolomeo in Francia.
Oggi, dopo Giovanni Paolo Secondo e Papa Francesco, che chiede d’incontrare Putin, c’è lo “scisma” di Kyrill, capo della chiesa ortodossa russa. Visto che Papa Francesco non può per questioni d’età e di salute fare come Leone I che va incontro ad Attila nel 451 fino alla foce del Mincio, se io potessi, farei come quel bambino lucano che ha inviato una lettera al cristiano Putin, inviandogli però il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi: “… Laudato si’ mi’ Signore, per sora luna e/ le stelle, in celu l’ài formate clarite, et pretiose et belle. … /Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, / la quale ne sustenta et governa, /… Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, / et sostengono infirmitate et tribulatione. / Laudato si’ mi Signore per sora nostra morte corporale, / da la quale nullu homo vivente puòscappare …”. Non so se S. Francesco, non ancora Santo, ne avesse parlato in questi termini col “feroce” Saladino.

2 thoughts on ““La secchia rapita” e il Mare d’Azof di Emanuele Vernavà

  1. Il preside Vervavà, uomo di vasta cultura classica e moderna, si preoccuta in apertura del suo articolo, che qualche incauto lettore non colga il nesso tra la vicenda narrata da Alessandro Tassoni ne “La secchia rapita” e la drammatica guerra tra Confederazione Russa e Ucraina.
    La preoccupazione è giustificata perché effettivamente leggere Vernavà non è facile per chi rimane fedele alla logica testuale della cultura scolastica di Tommaso d’Aquino ove lo sviluppo di ogni testo deve necessariamente rimanere nei limiti dell’argomento dichiarato in premessa a cui segue lo sviluppo ordinato e coerente di una esaustiva argomentazione per giungere ad una univoca e chiara conclusione.
    Ormai la comunicazione giornalistica si sviluppa secondo la modalità dei talk show i quali a loro volta si muove sulla linea della tempesta dei cervelli o del caos generativo.
    Dietro la complessità di questo discorso discorso c’è la fecondità del pensiero di Nietzsche e del nichilismo.
    Naturalmente qui si pone l’interrogativo se il nichilismo si configuri come un segno di profonda decadenza o come invito a lasciarsi tutto alle spalle per andare nudi verso una nuova terra promessa!
    Donato Pepe

  2. Grazie, Donato, per il tuo richiamo sul mio stile “asservito” alla loquela della nostra Torre di Babele e dimentico della “tecnica” comunicativa della Summa, perche’ a S.Tommaso interessava aiutare a γιγνοσκειν e πρασσειν la fede. Quanto a cio’ che credeva Nietsche, e i nichilisti, per me resta un mistero che non ha alcunche’ a che vedere con Eraclito, Socrate, e il Vangelo.
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